Recensioni

Questo libro parla di una storia, che poi è la storia di tutti. Si può dire certamente così quando un libro s’insinua magicamente e così bene nelle delicate fasi dell’adolescenza, descrivendone come solo un adolescente di una volta può fare: i timori, le paure, le sensazioni e le azioni di un piccolo gruppo di amiche, attorno al quale gira tutto il mondo di una delle protagoniste, Giada e del suo primo e indimenticabile amore, Alessio.
I giorni scorrono tra scuola ,uscite, bravate e fughe in motorino, verso la maturità e la crescita, attraverso esperienze di vita, anche tragiche, che segneranno i percorsi dei protagonisti, in maniera simile a come sono state segnate quelle di tutti noi.
E’ proprio questa la forza del libro, che Sara Briani riesce a trasmettere. Farci sentire un po’ tutti protagonisti delle vicende, portandoci indietro per un lampo di tempo, a quei giorni indimenticabili e sereni,a quelle bravate che lasciano il sorriso e al momento stesso, l’amaro di non poterle più cavalcare. “Perché l’hai fatto?” si nutre dei dettagli e delle minuziose descrizioni, che tutti potremmo fare nostri. Il libro ha il potere di far ricordare e di far adattare i nostri passati giorni a queste pagine. L’autrice ha la il meraviglioso potere di farti esclamare:”Ah sì, è vero,mi ricordo!”
La storia presenta anche passi drammatici, quelli inevitabili , quelli che non si possono saltare come una pagina che non interessa, quelli che arrivano qualsiasi direzione si orienti lo sguardo e Giada e Alessio, riportati a sette anni dopo, devono affrontare i giorni più consapevoli e diritti del presente, con i fantasmi del passato, che vivi più che mai tornano a bruciare dopo essersi silenziosamente e mai del tutto assopiti sotto le ceneri.
“Perché l’hai fatto?” è quel quesito che ci si pone milioni di volte nella vita e al quale, quasi mai, si riesce a rispondere in modo soddisfacente. Sara Briani con questa domanda rivolta alla storia del suo libro, apre uno squarcio interrogativo nel cuore del lettore, ponendo anche a esso quella domanda ruvida e soffocante per le sue scelte passate. C’è chi si fa andare bene una risposta qualsiasi, c’è chi se la racconta così bene da crederci ciecamente, c’è chi cerca quella risposta per tutta la vita, non trovando altro che il rimpianto e un eco rimbombante che chiede ancora “Perché l’hai fatto?”.
(Luigi Dimastromatteo, 11 marzo 2011)



Fantastica Sara! Bravissima! Ho letto il tuo libro tutto d’un fiato, come non facevo da anni, io che, fin dai lontani tempi del liceo, ho sempre amato tantissimo leggere! “Perché l’hai fatto?”: un libro che, pagina dopo pagina, mi ha trasmesso molteplici emozioni! Ha rispolverato in me la spensieratezza, la freschezza, ma anche la naturale incoscienza della mia giovinezza, e contemporaneamente mi ha fatto rivivere tutta l’adolescenza di mia figlia che ho condiviso, certo, passo passo con lei, ma, ovviamente, con gli occhi ed i sentimenti e le preoccupazioni della mamma… E’ un libro che ti va dritto al cuore, che ti coinvolge, ti travolge piacevolmente nella scorrevolezza e nell’immediatezza delle sue righe. Un libro vero, diretto, senza ipocrisia. E’ una bellissima storia d’amore, a tutto tondo, non è la solita, scontata, storia d’amore!!.E’ scritto benissimo; riesci a farci entrare nel personaggio, nella situazione, negli stati d’animo dei protagonisti, così..in modo naturale, con il desiderio incalzante di capire come la storia si evolverà.. E la cosa fantastica, a mio parere, è che è un libro che, pure essendo stato “generato” da una così giovane autrice, racchiude in sé l’armonia, la ponderatezza e la saggezza di una donna! E’ un libro da consigliare spassionatamente non solo ai ragazzi, ma anche e soprattutto ai loro genitori! Parola di mamma , nonché felicemente nonna, Anto.
(Antonella Ferri, 23 febbraio 2011)



Perché l'hai fatto? È un libro giovane e fresco che fa rivivere quelle sensazioni del periodo adolescenziale che portano con sé una grande carica emotiva e che fanno battere forte il cuore. Nasconde anche una profonda riflessione sulle conseguenze delle scelte e delle azioni che si compiono in quegli anni, in cui tutto sembra leggero e spensierato e in cui, invece, si pongono le basi per lo sviluppo di quella che sarà propria vita, si traccia la strada che si seguirà e le orme che si calcheranno.
Lo sguardo della protagonista lascia trasparire quella freschezza e quella fiducia nella vita che oggi, negli occhi di molti giovani ragazzi, si sono spente. Giada è luminosa e positiva, si muove come in punta di piedi e non è difficile vederla travolta dalle passioni forti che Alessio le trasmette. Più di tutto desiderosa di aiutare chi le sta intorno ben presto dovrà imparare cosa significa donare una parte di sé che non tornerà più indietro. Ma la forza e il coraggio che connotano il suo carattere le permetteranno una rivalsa che fa sperare in un coronamento dei sogni, nel mantenimento delle promesse e nella possibilità di esaudire i desideri di tutti noi.
L'autrice del libro riesce con una scrittura semplice ed efficace ad ordire una trama ben pensata che tiene lo sguardo del lettore intrecciato al libro fino alla fine. Una prima scrittura che contiene già la maturità che le esperienze di una vita vissuta permettono di raggiungere.
(Recensione di Federica Lambertini)



Pochissime sono le donne che non hanno nel loro passato un Grande Amore. Sognato, inseguito, idealizzato, concretizzato, vissuto per un giorno o un anno, mai realizzato, finito senza motivo o in modo tragico: comunque il Grande Amore che ha segnato il loro passaggio dall’età infantile a quella adulta, spesso pagando con lacrime amare ogni grammo di maturità guadagnata, tappandosi le orecchie per non sentire i saggi adulti che ripetono “Ora ti sembra una tragedia, ma fra qualche anno ne riderai...”. L’autrice di questo libro, che ci sorride, dolce e maliziosa, dalla copertina, ha scritto una storia dove protagonista è il Grande Amore. E l’ha scritta per un altro Grande Amore: sua figlia Giada, “nata insieme a questo romanzo”, come leggiamo nella semplice dedica.
Così Sara ha inventato per Giada un futuro da ragazza normalissima, spigliata e dolce, smaliziata ma prudente, costruendo la vita di sua figlia secondo le proprie, semplici speranze, e forse attingendo, nell’ispirazione, anche al proprio passato. Certo, Giada non sarà immune dai dolori: è il prezzo che ciascuno di noi si vede addebitare dalla vita. E neanche Sara desidera per la figlia tale immunità: è il dolore che aiuta a crescere, tempra il carattere e rende forti e consapevoli. Con una scrittura molto semplice e diretta, ma mai sciatta, evitando il facile compiacimento del turpiloquio così di moda quando si scrive di giovani, l’autrice inizia a immaginare l’adolescenza di Giada e il suo grande amore per Alessio. La ragazza bella e simpatica ma con la testa sulle spalle, il bel tenebroso da “recuperare”: fin qui, un simpatico libricino adolescenziale. Poi, però, la storia cambia, e ci troviamo proiettati sei anni in avanti, con un’altra vita, un altro amore, e un conto da chiudere con il passato. Una futura sposa che sogna un abito nero rivela certamente un disagio: bisogna affrontarlo, anche se rivangare il passato può essere ancora doloroso. Coincidenze segnate dal destino, scoperte tragiche, determinazione e amore per sé stessa accompagnano il cammino a ritroso di Giada. Sostenuta da una famiglia forte, con la quale può anche litigare ma senza mai compromettere il legame che esiste con essa, e da incrollabili amiche malgrado la distanza, Giada vuole guardare in faccia la realtà. Ci riesce. La sincerità e il coraggio di affrontare le situazioni la rendono donna vera, pronta per il grande salto della propria vita, consapevole di quello che le hanno dato le gioie e i dolori passati. Il punto di vista della donna matura si percepisce lungo tutto il racconto, come se l’autrice volesse dire alla figlia che questa è la vita, e che, qualunque sia il suo dolore, potrà trovare in sé stessa la forza di superarlo e di costruirsi il proprio domani.
Forse qualcuno potrà trovare troppo “buonista” questo mondo in cui tutti, in fondo, nascondono lati positivi sotto la scorza, ma era ora che venisse rappresentata quella gioventù “normale” che fa pazzie, ma con moderazione, che sa riconoscere un’esperienza negativa, che dalle avversità trae la spinta per migliorarsi. Mi perdoni l’editore se trovo ingeneroso il paragone con Moccia: non lo “frequento” molto, ma la mia impressione è che le sue storie adolescenziali siano fini a sé stesse. Sara Briani, invece, ha rappresentato una crescita, in modo solare ed essenziale, senza i bamboleggiamenti dei “TVB” e “3MSC”. E fortunatamente senza vampiri. In bocca al lupo, Giada!
(Recensione a cura di Cristina Giuntini)

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Dal giorno in cui ho iniziato a scrivere, non ho più smesso. Sento la necessità di intrappolare pensieri per poi creare e raccontare, buttando giù pensieri infiniti che scorrono veloci come fiumi. Il tempo per farlo, purtroppo, non è mai abbastanza e spesso mi ritrovo a scrivere di notte, quando la mia fantasia viaggia da sola e non riesco a fermarla. Ogni libro è una piccola opera d'arte, un pezzo di storia, una lezione di vita, un insieme di ricordi, sensazioni e riflessioni. Mentre scrivo vorrei riuscire a trasmettere emozioni in coloro che leggono. Emozioni che non si possono scordare.

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